
È il momento di raccogliere le energie per raggiungere obiettivi e per migliorare. È il metodo delle certificazioni.
«Eravamo mentalmente e fisicamente esausti». Molti imprenditori si sentono così. L’estate è finita e ci ritroviamo a gestire una situazione economica difficile. Per alcuni potrebbe essere «l’ultimo ballo». Per altri è solo l’inizio della festa, ma non sappiamo quanto potrà durare ancora. Ed allora dobbiamo prepararci perché quella fine arriverà. Per alcuni sarà solo un nuovo inizio, per altri… non so.
Ho cominciato questo Pensamento di settembre con le parole di Michael Jordan, probabilmente il più grande giocatore di basket di sempre. Cosa c’entra Jordan col fare impresa e con le certificazioni? Alzo la posta in gioco: oltre a c’entrare col nostro lavoro, c’entra con tutta la nostra vita. Seguimi, capirai perché.
«Sapendo che sarebbe stato l’ultimo ballo – prosegue il cestista raccontando il suo ultimo anno da giocatore – cercavo di raccogliere le energie per arrivare alla fine. Eravamo mentalmente e fisicamente esausti, ma non abbiamo perso di vista l’obiettivo». Già, l’obiettivo.
L’obiettivo più importante
Qual è il tuo obiettivo per quest’anno appena cominciato? È ben chiaro? È ben chiaro anche ai tuoi collaboratori? Tiene conto del contesto? È stato un anno difficile e ancora non è finito. Anche noi siamo «stanchi ed esausti» e per questo anche noi dobbiamo «raccogliere le energie per arrivare alla fine».
Avere un obiettivo e saper motivare è fondamentale. Lo è sempre, ma ancor di più quando la situazione non è semplice: «Siamo partiti con una squadra di merda. Siamo arrivati a diventare una delle migliori dinastie. Tutto ciò che serviva per accedere il nostro fuoco era una piccola partita».
In queste tre righe, sempre di Jordan, c’è una perla. Prova a cercarla. L’hai trovata?
Impegnarsi non vuol dire migliorare
Ti dico cosa ho trovato e vediamo se corrisponde. L’obiettivo deve essere legato al miglioramento continuo. Impegnarsi senza migliorare è quasi sempre un inutile spreco di energie. Molti si impegnano, ce la mettono tutta, ma non migliorano. Spesso perché non hanno un obiettivo (quelli a lungo termine sono importanti, anzi, fondanti. Quelli a breve termine sono legati all’urgenza e il più delle volte sono relativi. Non si dovrebbe mai lasciare l’importante per l’urgente) oppure non è chiaro. O ancora perché molti non fanno squadra. Certo, in ogni squadra c’è chi emerge, ma dovrebbe essere anche colui porta la squadra sulle proprie spalle nei momenti di difficoltà.
Ti ricordo la frase di Jordan: «Eravamo una squadra di merda. Siamo arrivati a diventare una delle migliori dinastie».
Il concetto di squadra e di miglioramento, introduce ad un altro tema importante: il processo. Non puoi migliorare se non hai rodato i tuoi processi aziendali. Ancora Jordan sul suo allenatore: «Phil aveva questo piccolo gruppo. Non importa quanto tu sia grande o pensi di essere grande. Tu sarai inserito come parte del processo». Era un processo in cui non erano tutti uguali, ci mancherebbe, ma ognuno aveva il suo ruolo e ogni ruolo era importante.
Ed allora, facciamo squadra. Impegniamoci per raggiungere il nostro obiettivo, ma soprattutto, miglioriamoci. Solo migliorando possiamo individuare i nostri punti deboli. In questo modo saremo in grado di rispondere meglio ai cambiamenti del contesto.
Molti, invece, sono come il cemento. Resistono al cambiamento e, per questo, si induriscono fino a perdere ogni capacità di adattamento. Chi si indurisce resiste per un po’, ma poi si spezza.
Cosa puoi fare oggi
Ascoltiamo le parole di Jordan: «Ho iniziato con la speranza. Iniziate con la speranza». Chi vive di speranza non aspetta che le cose accadono. Ci prova, non emana un’auto sentenza di fallimento. Ciò che facciamo con le certificazioni e col miglioramento, a volte, è proprio emanare queste sentenze senza averci provato. E invece: «Siamo partiti con una squadra di merda. Siamo arrivati a diventare una delle migliori dinastie. Tutto ciò che serviva per accendere il nostro fuoco, era una piccola partita». Quindi, giochiamo. Chiamami, lo faremo insieme.