
A tennis, come nella vita e nel business, il vero avversario da battere non è quello che si trova dall’altra parte della rete. Ecco come i leader aiutano a vincere.
Spesso non riusciamo ad agire, restiamo bloccati davanti ad un problema che ci sembra insormontabile, ma quasi sempre la soluzione è più facile di quel che pensiamo.
Oggi ti parlo Timothy Gallwey, docente di scienze della formazione ad Harvard. Gallwey era anche appassionato ed esperto di tennis. Con il libro intitolato The Inner Game (Il gioco interiore nel tennis), nel 1974 lanciò la sua sfida: dimostrare che spesso, il vero avversario di un tennista, è quello che quest’ultimo ha nella sua mente e non quello che si trova dall’altra parte della rete. Gallwey usa la parola inner (interiore) per indicare lo stato interiore del giocatore di tennis.
Il professore di Harvard scrive: «L’avversario nella propria testa è più formidabile di quello dall’altra parte della rete». Se anche tu hai avuto delle giornate in cui non sei riuscito a combinare niente di buono, capisci cosa ha inteso Gallwey. Questo concetto possiamo portarlo in qualsiasi cosa che facciamo, anche nel lavoro.
Il giocatore di tennis siamo noi, l’avversario è il problema da superare o l’obiettivo da raggiungere. Se abbiamo qualcuno che ci aiuta a rimuovere o a ridurre gli ostacoli interiori, per superare il problema si manifesta in noi un’inaspettata abilità naturale sia nell’apprendimento che nella pratica. Tutto ciò senza chissà quali particolari input tecnici da parte di chi ci aiuta. È questo il compito fondamentale di un leader, fare da coach per le persone che ha ispirato e guida nel gioco infinito del business.
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Sempre Gallwey afferma che la performance è uguale al potenziale che è in ognuno di noi, meno le interferenze. Il potenziale è l’insieme delle nostre capacità, le interferenze sono gli ostacoli che incontriamo, sia interni che esterni. Le interferenze esterne sono di gran lunga minori rispetto a quelle interne, quelle che creiamo noi nella nostra mente e che magari nemmeno esistono.
Per aumentare la performance bisogna quindi aumentare il potenziale con l’addestramento e ridurre le interferenze interne, quelle chi ci fanno vedere l’avversario al di la della rete – il problema, la situazione che dobbiamo affrontare – più forte di quello che è. Cambiare approccio è la chiave giusta per risolvere problemi. Questo permette di realizzarsi nell’esercizio della leadership nel gioco infinito del business.
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