
Cosa distingue un team che ce la fa da un altro che si sfalda? Il primo lavora unito, nel secondo ognuno lavora per sé. Il segreto del primo? La comunicazione e le norme ISO.
Una somma di singoli. È ciò che spesso si verifica all’interno delle aziende.
Con le parole si usano termini come squadra, gruppo, team, famiglia. Nei fatti si verifica altro.
Perché succede questo? Perché non si segue un metodo.
Vediamo come funziona, ma prima spendiamo qualche parola sui gruppi.
Sfatiamo subito un mito: non esiste la figura dell’imprenditore solo al comando. Tutti gli imprenditori di successo, ce l’hanno fatta grazie a loro stessi, certo, ma soprattutto grazie alle persone di cui si sono circondati.
Fiducia e condivisione: le basi della collaborazione
Del resto assistiamo sempre di più a modelli basati sulla governance di gruppi imprenditoriali. Di pari passo cresce la richiesta di una competenza particolare, quella di lavorare insieme.
Quindi, ciò che caratterizza un gruppo di lavoro è un elemento fondamentale: la collaborazione. C’è collaborazione quando agiscono altri tre elementi: fiducia, negoziazione e condivisione.
Per cui possiamo parlare davvero di gruppo quando oltre alla dimensione del fare insieme, troviamo la dimensione dello stareinsieme. Stare inteso non solo come presenza fisica, ma anche come relazione, attenzione e cura.
Me ne rendo conto, sto puntando molto in alto. Sono poche le realtà che vivono questa dimensione. Non si tratta, però, di un mio sogno, ma di una necessità confermata dalle ultime ricerche in ambito aziendale e di psicologia delle organizzazioni: se le aziende vogliono affrontare il futuro con tutta la sua carica di incertezza, devono lavorare innanzitutto per creare gruppi uniti. Ho usato «devono» e ammetto che è un verbo che non mi piace. Ma in questo caso penso sia un verbo necessario.
«Sono il migliore», il pensiero che deteriora il gruppo
Infatti, nella maggior parte dei casi, i gruppi tendono a concentrarsi sul lavoro tecnico e non su quello relazionale. Questo rende le relazioni fragili e confuse. Quindi si lavora male, si perde coesione e diventa sempre più difficile resistere alle pressioni, esterne ed interne.
Ecco perché serve un metodo ed è importante che questo metodo non venga poi snobbato.
In assenza di metodo si è in balia degli umori o del “potere” di qualcuno. Se un gruppo si dedica solo al fare, nella migliore delle ipotesi, è una somma di singoli e dietro un atteggiamento del genere si può nascondere un convincimento: «Sono migliore degli altri. Gli altri sono solo un ostacolo».
L’importanza della comunicazione e delle norme ISO
Cosa c’entra tutto questo con le certificazioni? La coesione dei gruppi dipende dalla comunicazione e quest’ultima è contemplata dalle norme ISO. E come puoi ben capire, la comunicazione è un processo che bisogna far funzionare, non è qualcosa che si può relegare alla semplice produzione di carte in vista dell’audit.
In ballo c’è il nostro destino, affrontiamolo con coraggio.
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