
Il cambiamento aziendale non dipende dall’impegno, ma dal saper ritrovare l’impresa in contesti sempre nuovi.
La cosa davvero difficile? Ritrovarsi. Forse il cuore dell’imprenditoria sta proprio qui: ritrovarsi al momento giusto. Perché siamo presi da mille problemi e da mille urgenze e spesso facciamo in modo che siano questi aspetti a definirci.
Per cui l’urgenza non è il miglioramento, ma la pratica da sbrigare, le tasse da pagare o le beghe d’ufficio da risolvere. E così perdiamo di vista la situazione nel suo complesso. Trasformiamo i casi particolari come muri di confine che non ci consentono di vedere oltre. «Funziona così, ha sempre funzionato così», ci raccontiamo.
Praticare il miglioramento continuo, invece, consente di cambiare senza lasciarsi definire dai problemi. Certo, ci sono e vanno affrontati. Spesso sono anche pesanti, ma non sono questi il senso del fare impresa.
Sembra un controsenso, ma non lo è: se vuoi ritrovarti, non devi restare fermo a lungo, devi muoverti e cambiare. E quando parliamo di certificazione, cambiare vuol dire migliorare.
Fermati un attimo e pensa alla tua impresa o al tuo modo di lavorare. Cosa sei riuscito a migliorare in tutti questi anni? Oppure cosa vorresti cambiare e cosa ti frena dal farlo?
Come avevo scritto la volta scorsa, se vogliamo migliorare, prima dobbiamo partire dal chi siamo. È una sorta di analisi del contesto interno.
Per capire chi sei, è utile scoprire dove ti trovi. Rispondere a questa domanda non è semplice. Più o meno tutti abbiamo sperimentato una sensazione del genere: abbiamo la mappa, il percorso, le vie d’uscita, le frecce con le direzioni eccetera, ma tutte queste informazioni ci disorientano. Perché su quella mappa troviamo tutto, ma fatichiamo a individuare la nostra posizione. Capisci che se non sappiamo dove ci troviamo, sapere dove si trova l’uscita di sicurezza, ad esempio, è perfettamente inutile?
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Ci sono altri motivi per cui dovresti capire dove ti trovi in questo momento. Ad esempio potresti essere molto vicino a dove vorresti essere. Forse ti basterebbe aprire una porta in più per arrivare, ma tutti quei segnali, quei problemi da risolvere e quelle paure che non stai affrontando, non ti permettono di vedere il cartello «tu sei qui».
Oppure puoi trovarti nella posizione opposta rispetto a quella in cui vorresti essere: allora sarà bene fermarti per progettare il percorso. Ecco che ritorna l’analisi del contesto. Quali sono i miei punti di forza? I miei limiti? C’è qualcuno disposto a viaggiare con me e qualcun altro, invece, disposto a tutto pur di non farmi progredire?
C’è un altro elemento da valutare, forse è il più delicato. Mentre fai tutte queste analisi, devi mettere in conto anche te stesso, perché le paure di un’azienda sono anche le tue, i limiti di un’azienda dipendono anche dai tuoi limiti, così come i punti di forza e tutti gli altri aspetti positivi. Lo dico spesso: le imprese sono fatte dalle persone, per cui contano anche gli aspetti personali.
Quando parliamo di persone c’è un altro aspetto da considerare: la pazienza. Non cambiamo dall’oggi al domani, per cui i risultati non possono arrivare dall’oggi al domani. Ma pur consapevoli di questo, diciamo: «Ho provato a migliorare, ma non serve a niente». Invece serve tantissimo. Ne parleremo ancora, promesso.