
Si migliora quando si segue un metodo, ecco perché le strade più veloci non sono sempre le migliori. Così funziona il metodo delle certificazioni.
«Fallo e basta», chi pensa solo alla produttività lo ripete spesso.
«Fallo e basta», per molti, è la strada del successo. Indubbiamente è la strada più veloce e immediata.
Parlando di miglioramento continuo, la prospettiva si capovolge: la strada più veloce non è la strada migliore.
Questa è la mentalità che ci portiamo dietro, la stessa che ci fa vedere le certificazioni solo come grigia burocrazia.
Questa mentalità non funziona.
Certo, spesso dobbiamo essere veloci, ma la velocità ha senso per le cose urgenti, non per quelle importanti.
Le cose importanti non meritano la nostra fretta
Il miglioramento continuo, invece, è importante, quindi ha bisogno di tempo.
Perché è importante il miglioramento continuo? Perché è da questo che dipende la vita delle nostre aziende.
Riprendiamo il discorso sulla strada migliore.
Chi sostiene solo il motto «fallo e basta», pensa di aver capito tutto, per questo non vuole complicazioni. Quindi sceglie solo la strada più veloce.
Così facendo si perde il resto: non vede quasi tutte le altre cose che sono necessarie per progredire.
Ma cosa c’entra l’idea di miglioramento continuo con quella del percorso e, soprattutto, con le certificazioni?
Il percorso breve non considera le variabili
C’entra, perché migliorare prevede un metodo e metodo vuol dire percorso. È durante quest’ultimo che si vede tutto il resto.
Perché è importante vedere tutto il resto?
Perché tutti, e ripeto, tutti, anche io e te, siamo soggetti a bias cognitivi. Vuol dire che percepiamo la realtà solo dal nostro punto di vista, escludendo così tutte le altre variabili.
L’eccessiva fiducia del nostro punto di vista, porta a compiere questi errori:
- Sovrastimiamo noi stessi rispetto agli altri. Quante volte leggiamo, sentiamo o diciamo: «La mia azienda è differente», quando in realtà è uguale a tante altre. Tant’è che alla fine poi vediamo fare tante scelte, ma tutte uguali a quelle dei competitors.
- Un altro errore che si può fare è sovrastimare le nostre previsioni. Proprio perché crediamo di aver capito tutto, allora semplifichiamo, così facciamo fuori tutte quelle variabili che non coincidono col nostro modo di vedere il futuro.
Attenzione: non sto criticando l’ottimismo. Visti i tempi, poi, ne abbiamo maledettamente bisogno. Dico però che non bisogna abusarne e che non bisogna cedere alla tentazione dei percorsi più brevi.
Abbiamo visto poco più su cosa comporta la semplificazione della realtà.
Ed allora, come fare?
Seguire il metodo del miglioramento continuo.
Perché non prevede scorciatoie, quindi permette di vedere più cose. E vedere più cose consente di verificare di continuo il nostro punto di vista, il quale, lo ricordo, in una realtà complessa tende a semplificare illudendoci di aver capito tutto.
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