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Progresso responsabile e strategie imprenditoriali: parla il Professor Franco Ferrario

27 Novembre 2018

Nel corso della seconda giornata di eventi a Key Energy 2018, tenutasi il 7 novembre presso lo stand DIMITTO, si è parlato di un tema di estrema attualità: “progresso responsabile e strategie imprenditoriali”.

Cresce, infatti, la consapevolezza che l’impegno per la sostenibilità non è un’azione tattica, ma una scelta strategica che sta cambiando il modo stesso di fare impresa.

A rivelarlo è una recente analisi IPSOS, condotta in occasione del Salone della CSR 2018, dalla quale è emerso che il 65% degli italiani crede nel progresso etico e nella costruzione di un futuro sostenibile.

Per affrontare un tema di così grande rilevanza nel panorama dell’imprenditoria italiana lo stand DIMITTO ha accolto un ospite illustre; il professor Franco Ferrario, ex responsabile dell’Osservatorio di Ricerca sulla Sostenibilità d’Impresa dell’Università Cattolica ed attuale Adjunct professor al MIP del Politecnico di Milano.

Dopo un breve excursus sulla storia della sostenibilità dal 1970 al 2016, con particolare attenzione al rapporto Brundtland, che ne diede una prima definizione nel 1987, passando per la dichiarazione di Rio (1992), fino al protocollo di Kyoto (1997), l’esperto in sostenibilità si è focalizzato sull’analisi del quadro attuale.

“Da allora -ha, dunque, spiegato il Professor Ferrario– si è dato impulso alla realizzazione di elettrodomestici di classe A, Euro 2, energie rinnovabili e molto altro ancora. Ci sono stati, indubbiamente, molti progressi ma ora siamo a un punto di svolta. Le imprese sono immerse in processi di cambiamento enormi: concorrenza globale, nuovi servizi e tecnologie, problematiche finanziarie e problemi di sostenibilità.”

Il professore si è soffermato, dunque, sul fenomeno del surriscaldamento globale e del suo stretto legame all’incremento della Co2. Oggi si contano infatti 400 parti per milione di anidride carbonica presente nell’aria, con una prospettiva di arrivare a mille nel futuro prossimo.

Basti pensare che nel 2013 si è assistito all’emissione di quasi 36 mila miliardi di tonnellate di Co2 in un ambiente che è in grado di recepirne solo 16.

“Bisogna urgentemente fare qualcosa. -ha commentato il Professor Ferrario- Non possiamo farne a meno, altrimenti il futuro sarà questo. Dobbiamo intervenire attraverso flussi produttivi e logistici, portandoli a diventare sostenibili con scelte consapevoli, nuove tecnologie e organizzazione. È necessario costruire un modello di business sostenibile e ciò riguarda anche gli imprenditori che devono decidere quali tecnologie e materiali utilizzare. Dobbiamo capire -prosegue- che la capacità di adattarsi a questo fenomeno che cambierà il mondo sarà il fattore di sopravvivenza delle nazioni, delle persone e delle imprese.”

Il Professor Ferrario ha, dunque, riportato un’analisi condotta dall’Osservatorio di Ricerca sulla Sostenibilità d’Impresa dell’Università Cattolica, effettuato su un campione di 29 imprese (39,2 miliardi di fatturato e 12.000 dipendenti), da cui è emerso che le aziende, ad oggi, hanno investito molto sulle aree produttive e sulle tecnologie, dando meno importanza agli aspetti legati al controllo ed ai comportamenti delle proprie risorse.

Ma, come sottolineato dal Professore, per essere sostenibili non basta fare qualche intervento, bisogna munirsi di un modello da seguire e da fare seguire ai propri dipendenti.

Secondo l‘esperto in sostenibilità, dunque, la certificazione ambientale può realmente contribuire al progresso delle imprese, perché dotarsi o meno di un modello comporta una differenza sostanziale. Come ha evidenziato il Professore, seguire un certa norma non significa solo “mettere un bollino”. Occorre, infatti, capire che il modello di certificazione contribuisce realmente allo sviluppo di un’impresa.

“L’intervento del Professor Ferrario– ha concluso il General Manager di DIMITTO, Nunzio Morrone- fa riflettere e fa capire che dobbiamo impegnarci. Io però sono fiducioso perché c’è una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema.
Questa consapevolezza si trasforma in una scelta responsabile che va a premiare le aziende che scelgono il progresso etico. DIMITTO – prosegue- aiuta le aziende a raggiungere gli obiettivi di salvaguardia ambientale attraverso alcuni suoi servizi, come le certificazioni Sistema di Gestione per l’Energia (ISO 50001), il Sistema di Gestione Ambientale (ISO 14001) e la Certificazione UNI CEI 11352 E.S.Co. (Energy Service Company), ma insegna, in primo luogo, all’azienda cliente, ad acquisire conoscenze e ad applicarle quotidianamente”.

 

Per guardare l’intervista clicca qui

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Nunzio Morrone

Fonda Dimitto nel 2006, crede che le certificazioni siano lo strumento per ridurre sprechi e creare progresso. Quando non lavora ama farsi spiegare dai figli come utilizzare al meglio lo smartphone.

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