
Trasformazione, persone e qualità, ecco come la ISO 9001 aiuta le aziende a migliorare.
Due esempi di ISO 9001: Tony Stark, il creatore di Iron Man e l’Antico Egitto. Non ridere, tra poco capirai che ha tutto senso. E probabilmente realizzerai che è la nostra realtà schematica ad averne poco, di senso.
Prima, però, ti faccio due domande: sai come si realizzino le imprese? Con le persone. E come si esce dalle crisi? Sempre con l’aiuto delle persone. Non si scappa. Certo, servono anche soldi e strutture, ma anche queste dipendono dalle persone. Le persone sono l’investimento più importante per un imprenditore, sempre che il fine di quest’ultimo sia davvero la sua impresa e il progresso. Ecco perché è fondamentale – non importante, ma fondamentale – certificarsi ISO 9001.
Lo splendore delle piramidi e le norme ISO
Cominciamo dall’antico Egitto. Per costruire le piramidi bisognava seguire alcune regole, quelle che hanno anticipato i criteri dello standard internazionale e il suo concetto di qualità. Funzionava così: I blocchi di pietra utilizzati per la costruzione dei monumenti sepolcrali, venivano contrassegnati. Questo permetteva di risalire alla cava di provenienza, al nome del caposquadra e ai suoi collaboratori. Tutto per garantire una buona organizzazione del lavoro e, quindi, del risultato da raggiungere.
Potrai obiettare che all’epoca c’erano gli schiavi e, quindi, c’era una gestione del personale più semplice. Ti concedo solo che erano altri tempi e altre sensibilità, ma secondo gli studi più recenti, più che di schiavitù, si trattava di «partecipazione ad un vero e proprio progetto nazionale». Ecco, quindi, che ritorniamo al concetto di centralità della persona.
E Iron Man cosa c’entra? Se proprio non ti piace la fantasia, partiamo prima dai tecnici. Secondo Deming, l’ideatore del famoso Ciclo, «il 94% dei problemi della qualità, o meglio della non qualità, dipende dal top management in quanto responsabile del sistema organizzativo: più il sistema è complesso, maggiore è la cura che deve essere riposta nel processo comunicativo, poiché solo in tal modo si ottengono la collaborazione e il coinvolgimento delle varie componenti applicate al processo produttivo».
Iron man, un eroe di qualità
Finalmente arriviamo ad Iron Man. Durante le riprese del film, l’ufficio produzione era allestito all’interno degli hangar della ex Hughes Aircraft fondata da Howard Hughes, imprenditore che con le sue idee stravolse il settore aeronautico facendo le cose a modo proprio.
L’attore protagonista, Robert Downey jr, decise quindi di conoscere una persona molto simile a Hughes e alla figura di Tony Stark. Per questo incontrò Helon Musk nella sede di Space X. Ecco uno stralcio di come andò: «Dipendenti entusiasti giravano qua e là, trafficando con un assortimento di macchinari. I colletti bianchi interagivano con i colletti blu e sembravano condividere un entusiasmo sincero per il loro lavoro. Downey apprezzò che Musk non fosse un programmatore matto, ma un uomo dalle “eccentricità accessibili”, disposto a lavorare a fianco dei dipendenti nella fabbrica».
La qualità è trasformazione
Perché ti ho raccontato questo episodio? Perché esistono diverse definizioni di qualità, «idoneità all’uso», «conformità ai requisiti», eccetera, eccetera. Ma quando parliamo di qualità legata all’organizzazione, la definizione che preferisco è quella di Peter M. Senge: «Una vera e propria trasformazione del modo in cui facciamo le cose, del modo in cui pensiamo, del modo in cui lavoriamo insieme e dei nostri valori». Insomma, una definizione alla Iron Man, ma in un mondo reale.
Come realizzare un capolavoro
È probabile che tu ora stia obiettando: «Ma Elon Musk è un talento naturale, cosa c’entra con l’imprenditore medio?». Hai ragione, ma fino a un certo punto. Perché quello che ci insegnano le piramidi egizie, Tony Stark, Howard Huges e Helon Musk, è il metodo. E i metodi si apprendono e poi si implementano. Le regole della ISO 9001 insegnano un metodo e a meno che tu non abbia un tuo metodo di successo, è necessario sfruttare quello dello standard ISO. È un po’ come quando Johannes Itten, insegnante al Bauhaus nella Germania degli anni 20, disse a un suo studente: «Se lei, d’intuito, riesce a creare dei capolavori coloristici, può tranquillamente procedere ignorando le leggi cromatiche. Ma se ignorandole non crea dei capolavori, deve impegnarsi nel loro studio».
Alzi la mano chi di noi può ignorare le leggi della qualità.