
Le certificazioni aiutano i professionisti ad essere competitivi grazie al principio del miglioramento continuo.
Competenza deriva dal latino competere (dirigersi verso). Lo ripetevo tra me e me seduto davanti la scrivania di Francesco, un mio amico avvocato. Me lo ripetevo mentre lui, con un certo rancore, mi raccontava di come alcuni suoi colleghi stessero usando i Social per aumentare la loro presenza online. Attenzione, gli avvocati non possono farsi pubblicità come farebbe una qualsiasi attività commerciale o altri liberi professionisti, ma nessuno vieta loro di avere un blog, di scrivere articoli o pubblicare post in merito al loro lavoro. Il rancore era dovuto al fatto che, qualche suo collega, viaggiava però sul filo della correttezza.
Però, anche se Francesco non voleva ammetterlo, quel sentimento di astio dipendeva anche dal fatto che la sua presenza online era prossima allo zero. Non sta scritto da nessuna parte che per avere successo bisogna per forza usare internet. Però c’è una regola universale che vale per tutti i professionisti: bisogna cambiare, migliorare e crescere. Cambiare non vuol dire tradire se stessi, la propria etica o il modo di trattare le persone. Cambiare vuol dire creare nuove opportunità grazie a nuove competenze. A cosa servono? A stare al passo coi cambiamenti del mondo e, quindi, coi cambiamenti del mercato. Ed è bene che queste competenze poi siano certificate da un ente terzo. Insomma, Francesco si rendeva conto che il suo mondo sta cambiando e che lui è ancora indietro, a prescindere se l’attività dei suoi colleghi sia regolare o no.
La formazione porta al miglioramento continuo
Restiamo ancora sul cambiamento legato alla formazione e al miglioramento continuo. Wlliam Arruda e Deb Dib, esperti di personal branding, scrivono: «Se non stai imparando qualcosa di nuovo, ma credi non ci siano problemi perché tanto conosci il tuo lavoro, secondo noi – con rispetto parlando – sei un povero illuso. Non stai conservando la tua posizione: stai precipitando all’indietro». Sono duri, ma onesti. Ed è bene ascoltarli. Perché per diventare famosi possono bastare anche 15 minuti, come diceva Andy Warhol, ma il successo lo raggiungi seguendo una strategia, un metodo, mettendoti in discussione ogni giorno.
Fare tutto questo da soli è molto difficile. Perché devi avere le idee ben chiare e devi avere già un tuo metodo. Certificandoti le cose cambiano. Non è una passeggiata, devo essere onesto. Ma puoi conoscere subito la strada. E qualunque sia la certificazione che ti servirà, il principio è sempre lo stesso: miglioramento continuo, quindi, formazione continua. Per formazione non intendo per forza la partecipazione ad un corso, ma la messa in pratica quotidiana del ciclo di Deming: Plan-do-check-act. Pianificare-fare-verificare-agire.
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Hai uno studio? Ecco perché certificarlo
Faccio un esempio concreto e voglio volare basso. Si stima che uno studio professionale, anche piccolo – come ti ho anticipato voglio volare basso – ogni anno perda tra il 20 e il 30 per cento di efficienza. Il motivo lo intuisce anche un non addetto ai lavori: mancanza di programmazione. Ma da cosa dipende quest’ultima? Dalla mancanza di tempo, certo, ma soprattutto dalla inconsapevolezza del problema. Chi è disposto ad accettare lezioni su come si svolge il proprio lavoro? Mentre tutti siamo pronti a scaricare la responsabilità sugli altri, cioè sullo Stato, sui dipendenti, sul contesto eccetera. Ovvio, sono tutti aspetti che influiscono, ma sono aspetti, non sono il vero problema. E una certificazione come la ISO 9001, ad esempio, potrebbe aiutare molto a migliorare l’efficienza di uno studio. E non solo quella.
Essere unici in un mondo di uguali
Ora invece provo a volare alto. Pensa a cosa potrebbe ottenere, un professionista, se iniziasse a comunicare al meglio la propria unicità. Conosco molte persone valide, ma che non riescono a decollare. Perché legano il loro valore a un mondo vecchio, moribondo. Anzi, legano il loro valore al loro modo di vedere il mondo. Perché quest’ultimo non muore, ma cambia. Tutto ciò li frena. Pensano di poter scrivere di essere professionali, ma senza dimostrarlo; ad esempio comunicandolo bene oppure mettendosi in gioco certificando le proprie competenze. Plan-do-check-act. Pianificare-fare-verificare-agire. Alla fine la formula per avere successo non è difficile da ricordare.