
Leadership strategica ovvero come motivare il personale a realizzare grandi progetti.
La volta scorsa ti ho parlato di strategia. Oggi riprendo il discorso e lo faccio approfondendo uno dei primi concetti esposti in quell’articolo: la strategia è legata alla leadership e viceversa. Inutile sostenere il contrario. Se sei leader, sei anche stratega. E la leadership è un argomento caro a tutte le norme. Non è una questione di lana caprina: dipende tutto da questo. Anche la saggezza popolare lo riconosce: il pesce puzza dalla testa. Per cui un imprenditore o anche un manager, dovrebbe chiedersi sempre: in azienda c’è puzza o buon odore? E poi trarre le dovute conclusioni.
La leadership, o l’alta direzione, dovrebbe avere ben chiara la strategia aziendale. Perché se parliamo di strategia, allora parliamo di lungo periodo. E se parliamo di lungo periodo, allora parliamo di gioco infinito. «Cristallino», direbbe Tom Cruise nei panni del tenente Daniel Kaffe in Codice d’Onore.
Questa citazione rimanda ad un altro argomento più volte affrontato nei Pensamenti. Il colonnello Nathan Jessup, interpretato da Jack Nicholson sempre nello stesso film, è un capo. E tra capo e leader c’è molta differenza. Essere leader non è solo una qualità, ma un ruolo strategico. Vediamo perché.
La strategia può essere influenzata da uno o più soggetti. Ad esempio, nelle piccole e medie imprese, la strategia si identifica con una persona. Ma ci sono delle eccezioni. Virgin, ad esempio, è una impresa mondiale, eppure la sua strategia ha un nome e un volto: Richard Branson, il suo fondatore.
Ecco quindi che la leadership diventa strategica. E può essere di due tipi: basata sul comando oppure basata sulla vision.
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La prima ha un vantaggio: in genere è snella e si adatta facilmente ai cambiamenti, anche bruschi. Ma può portarsi dietro anche molti svantaggi. Questa forma di leadership spesso si basa su idee arbitrarie e a volte supponenti. L’orizzonte non è quindi il lungo periodo, gli obiettivi o il gioco infinito. L’orizzonte da raggiungere è solo la persona che è alla guida. Sono tante le volte che il cartello «non parlate al conducente» campeggia sulla bacheca aziendale.
La seconda leadership strategica si basa sulla vision. Per cui la leadership è associata alla visione complessiva e non alla persona in sé. Il vantaggio, in questo caso, è che si può motivare gli altri grazie a uno scopo strategico. Tutto ciò migliora la fiducia e la collaborazione. Non faccio romanticismo o filantropia. Guardo ai fatti. Secondo uno studio condotto da Jim Collins e Jerry Porras su imprese statunitensi, quelle che con elevate performance sono quelle che adottano questo tipo di leadership.
A tal proposito mi piace ricordare cosa dice a riguardo Elon Musk: «Una società è un gruppo di persone che si sono organizzate per creare un prodotto o un servizio. Questa è la definizione di società. Quindi per creare qualcosa, è necessario coinvolgere gli altri a unirsi a un progetto (…). Penso che sia tutto qui… è importante convincere le persone a credere in ciò che stai facendo – e in stesso».
Ed allora, se questo è vero, capirai perché voglio coinvolgerti nel mio progetto, nel mio mondo. Le certificazioni sono per chi vuole creare o far crescere qualcosa di importante e questa è la mia intenzione. Chiamami, capirai che il mio mondo in realtà è il nostro mondo. Costruiamo insieme qualcosa di grande.