
L’Italia è tra i paesi con il più alto indice di corruzione percepita. Ma è cominciata la corsa delle aziende per certificarsi nell’Anti-bribery management systems.
La mucca viola non vive nel Botswana, ma in Italia. Se è vero, come dice Seth Godin, che è lo straordinario a far parlare di sé, la mucca viola di casa nostra si contraddistingue per la corruzione. Un capolavoro al contrario. Un capolavoro che, in ottica di percezione del brand Italia, ci accomuna al Botswana. Perché proprio al Botswana? È il nome di una sindrome che emerge da uno studio dell’Eurispes, per cui noi italiani abbiamo la tendenza ad accostarci a Stati molto distanti da noi. È una percezione che non nasce dal nulla, c’è da ammettere che abbiamo lavorato sodo per costruirla. Ed anche se parliamo di percezione e non di corruzione reale, poco cambia. Innanzitutto perché la differenza tra i due indici è minima. Secondo: la percezione conta più della realtà.
ISO 37001: verso la vera mucca viola
Da qualche anno assistiamo a una lenta inversione di marcia. Secondo Transparency international (organizzazione non governativa che ogni anno stila l’Indice di corruzione percepita (CPI), cioè una lista che compara la corruzione percepita in tutto il mondo) dal 2012 abbiamo scalato ben 19 posizioni. Una bella spinta pare l’abbia data l’Anac (Associazione nazionale anticorruzione). Dopo la sua creazione, le posizioni recuperate sono state 16. Ma c’è un’altra data da ricordare: 15 ottobre 2016, giorno in cui è stata pubblicata la ISO 37001 Anti-bribery management systems, in italiano Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione.
È una data che fa ben sperare per diversi motivi. Il primo: c’è un’inversione di marcia perché c’è un’inversione di sguardo. Finalmente c’è chi considera l’aspetto etico non mera astrazione, ma uno strumento concreto di crescita e, quindi, di ricchezza. Secondo: sta cominciando una sana battaglia di posizionamento. Conosci la prima legge del marketing di Al Ries e Jack Trout? Rinfreschiamoci la memoria. La prima legge dice: «È meglio essere primi che meglio degli altri». Faccio un esempio: quando ero bimbo chiamavo Jeep ogni fuoristrada che vedevo, fosse anche un Mercedes. Nella mia mente era impressa l’idea che il nome Jeep si riferisse alla categoria e non alla marca. Questo perché Jeep fu la prima a commercializzare i 4×4.
Perché questo esempio? Perché leggendo le ultime notizie sulla ISO 37001, noto che gli articoli cominciano con la prima legge del marketing. Vediamo:
- «Poste Italiane è la prima azienda dei settori della finanza e delle comunicazioni, fra quelle operanti in Italia, a conseguire la certificazione IMQ-CSQ del sistema di gestione per la prevenzione della corruzione».
- «Il Gruppo FNM è la prima realtà del settore mobilità e trasporto ferroviario in Italia ad ottenere la certificazione ISO 37001:2016 “Anti bribery management system”».
- Leonardo. «L’azienda è stata la prima società, tra le top ten mondiali nell’A,D&S (Aerospazio, Difesa & Sicurezza), ad ottenere la certificazione ISO 37001».
- Enel. «Si tratta delle prime due ESCo (Energy Service Company) ad aver ottenuto la certificazione ISO 37001:2016 nel panorama imprenditoriale italiano.
La lista è ancora lunga, ma gli esempi possono bastare e confermano ciò che ho scritto poco più su: c’è una battaglia per posizionarsi prima degli altri. Forse ti stai chiedendo: «Andiamo, se tutti cercano una scorciatoia, se la percezione della corruzione è così alta, a cosa serve comportarsi come si deve? A cosa serve dirlo al mondo intero?». Serve a tanto dal momento che gli investimenti, in Italia, soffrono proprio a causa della sindrome del Botswana.
Pochi mesi fa, leggevo di uno studio secondo cui «se la corruzione diminuisse del 10%, potremmo aumentare del 28% il flusso in entrata di investimenti stranieri». E ancora, secondo la Banca Mondiale (mi riferisco ai dati del 2017), «il reddito medio nei Paesi con un alto livello di corruzione è circa di un terzo inferiore a quello dei Paesi con un basso livello di corruzione». Purtroppo, tra i Paesi europei, l’Italia occupa le ultime posizioni e non ha mai agito in modo efficace per risolvere il problema.
Tutto ciò mi convince sempre più che lo sviluppo del Paese (e quindi anche delle nostre aziende), passa da noi imprenditori, dalla nostra voglia di creare innovazione e sviluppo. Le scorciatoie ci hanno portato solo in fondo a tutte le peggiori classifiche.
Cosa puoi fare oggi?
Puoi cominciare la tua battaglia per il posizionamento, quindi la tua battaglia per portare investimenti e ricchezza. Come vedi ci sono aziende che stanno facendo a gara per posizionarsi prima degli altri. E se il tuo settore dovesse già essere occupato? CHIAMAMI, troveremo insieme la giusta direzione. Per la seconda legge del marketing, «se non potete essere primi in una categoria, inventatevene una nuova in cui diventarlo».