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Leader in lamentele, ecco chi è

1 Ottobre 2020

Il leader in lamentele ammazza il futuro di un’impresa difendendo visioni distorte del presente. È urgente, invece, entrare nell’ottica del miglioramento continuo.

La tua impresa è molto più forte di quello che credi. Ma se non ne sei consapevole, allora sarà sempre debole. Non si tratta di auto convincimento. Se bastasse ripetersi fino alla nausea «la mia azienda è forte, ce la farò; la mia azienda è forte, ce la farò», sarebbe tutto molto semplice.

La situazione è più complessa, ma c’è un modo per uscirne. Cosa bisogna fare? Si tratta di usare al meglio molti degli strumenti che hai sempre snobbato. Li hai, sono a portata di mano, però devi usarli. Essere consapevoli di avere un’impresa forte, consiste nell’avere il coraggio di usare questi strumenti. Altrimenti scherziamo. Se le cose vanno male e reagiamo facendo ciò che abbiamo sempre fatto, allora vuol dire che ci piace essere leader in lamentele. 

Le PMI non crescono e non c’entra il Covid

Non è solo una mia idea. A meno che uno non voglia fare lo struzzo, le aziende italiane non crescono più da un pezzo. Le cause sono diverse e il più delle volte non c’entrano con difficoltà oggettive come la troppa burocrazia, il Fisco pressante e via dicendo.

Le cause sono quasi sempre interne all’azienda, al modo di fare impresa. Si preferisce sentirsi al sicuro adottando schemi e pensieri che andavano bene venti anni fa. Perché quei pensieri ci fanno sentire al sicuro? Perché li conosciamo. Preferiamo frequentare ciò che conosciamo anche se questo ci porta a frantumarci contro un muro. Confidiamo che una fatalità sia lì, pronta a salvarci, mentre noi ci facciamo coccolare da ciò che riteniamo familiare e, quindi, sicuro.

Attenzione ai vantaggi immediati

Il nostro cervello funziona così: preferisce godere di un vantaggio subito, anche se questo poi compromette il futuro. Un po’ come quegli imprenditori che preferiscono guadagnare due lire oggi risparmiando sulla formazione. Solo che poi si lamentano quando, dopo diversi anni, il personale non è cresciuto di una tacca professionalmente e umanamente.

Ti riporto uno stralcio di un articolo del Sole 24 Ore: «Perché le PMI non crescono? Il nanismo dell’impresa italiana – l’incapacità di crescere a livello dimensionale – è frutto di: 1) una gestione familiare da “padre padrone” refrattario al cambio; 2) eredi non all’altezza messi in ruoli chiave; e 3)della nefasta cultura del “piccolo è bello” (Giuseppe De Rita, cit.[iv]). Anna Giunta e Salvatore Rossi (Che cosa sa fare l’Italia, il Mulino, cit.[v]) pongono alcuni casi tipici: «(…) l’ostinazione a far sopravvivere l’impresa nella sua forma originaria, impedendone l’evoluzione, anche quando non risulti più vantaggioso; una selezione inefficiente o addirittura controproducente dei dirigenti e dei successori; una eccessiva avversione al rischio – soprattutto nei casi in cui buona parte della ricchezza familiare sia concentrata nell’impresa – che mortifichi gli “animal spirits”, ingrediente essenziale di qualunque avventura imprenditoriale di successo».

Il miglioramento come leva per la crescita

Dal canto mio ti segnalo un altro aspetto. Manca la voglia di migliorarsi continuamente. Un pensiero che è il fondamento delle certificazioni aziendali. Preferiamo incorniciare le norme al muro (anche questo ci rende sicuri perché ci fa fare bella figura) invece che viverle.

Miglioramento continuo. Scusa se lo ripeto, ma è importante. Il Sole parla di coraggio nell’investire, di coraggio nel superare l’idea del padre padrone eccetera. Io faccio un passo indietro. Tutti quegli aspetti, non possono essere superati di punto in bianco. Se non ci riesci, ti capisco. Bisogna cominciare gradualmente. Innanzitutto dall’analisi del contesto, sia interno che esterno. Bisogna individuare i limiti, i punti di forza e poi c’è da capire come gestirli. E poi bisogna migliorare. Se questo è il tuo obiettivo stai pur certo che tutto ciò che blocca la tua impresa e il resto delle imprese italiane, lo supererai tranquillamente.

LEGGI ANCHE Certificazioni: l’anima dell’azienda

Migliorare per difendere presente e futuro

Ecco perché, da collega a collega, mi permetto di dirti: non appendere le certificazioni al muro, vivile. Le belle cornici non servono a niente. E se non sei certificato, comincia. Per crescere serve metodo, un modello da seguire. E serve anche aiuto. Ne abbiamo bisogno tutti. È un po’ come quando abbiamo un problema e chiediamo ad un amico: «Tu che non sei coinvolto, cosa ne pensi?». A volte le parole dell’amico sono illuminanti. Altre volte basta solo esporgli il problema che la soluzione viene da sé. Con le certificazioni, con gli auditor Dimitto, succede qualcosa di simile. Perché il nostro obiettivo è farti migliorare. Migliorare vuol dire crescere, innovare, migliorare il fatturato.  

Miglioriamo insieme: chiamami

Migliorare fa rima con futuro. Ci sei cascato, non è una rima letterale, ma i due concetti sono strettamente legati. Così come le certificazioni sono legate indissolubilmente all miglioramento e, quindi, al futuro.

Oggi ti ho voluto parlare del cuore del problema, di ciò che ci spinge a crescere sempre di più. Ma se hai bisogno di qualche informazione specifica, chiamami. Sarò lieto di chiarire ogni tuo dubbio. 

Chiamami soprattutto se hai deciso di migliorare. Eventuali dubbi li scioglieremo migliorando.

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Nunzio Morrone

Fonda Dimitto nel 2006, crede che le certificazioni siano lo strumento per ridurre sprechi e creare progresso. Quando non lavora ama farsi spiegare dai figli come utilizzare al meglio lo smartphone.

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