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Kaizen: la via del miglioramento continuo

22 Luglio 2021

Ecco come il metodo giapponese aiuta le imprese a svilupparsi e a risolvere i problemi.

La vita della nostra impresa è una storia. E ogni storia comincia con qualcuno che è alla ricerca di qualcosa. Qualunque ricerca noi possiamo fare (più soldi, dipendenti efficienti, eccetera), la facciamo sempre per un motivo: cerchiamo noi stessi.

Oltre ai soldi, hai mai cercato qualcosa di diverso?

Chi si occupa di certificazioni lo sa: la cosa più importante da cercare è il miglioramento continuo. È con questo che arriveranno più soldi, i dipendenti oltre che efficienti diventeranno anche efficaci e così via.

Le due anime del miglioramento continuo

La storia del miglioramento continuo ha due anime, una americana e l’altra giapponese. Quella americana è legata al ciclo Pdca, o ciclo di Deming (anche se chi ha ideato questo ciclo fu Walter A. Shewhart, maestro di Deming), quella giapponese è legata alla cultura del Kaizen.

Nomi diversi, ma il legame è profondo. Oggi comincerò a parlarti del Kaizen. Non è una parolaccia, è una filosofia.

Kaizen, in giapponese, vuol dire «miglioramento continuo». È una parola composta da due ideogrammi, Kai e Zen. Kai significa «cambiare», zen vuol dire «migliore».

Un po’ di tempo fa, un imprenditore appena conosciuto, disse che si trattava di una definizione insignificante. Argomentò così le sue ragioni: «Ovvio che il cambiamento è buono. Hai mai visto qualcuno voler cambiare in peggio?». Poi sorrise e sembrò convincere i colleghi presenti. 

Ma ognuno di loro si dovette ricredere quando feci notare che, trascurando una qualsiasi cosa, questa finisce col cambiare, ma in peggio. Certo, ci sono casi in cui, per mera fortuna, una situazione si sistema da sola, ma in ambito aziendale è un fenomeno che si verifica solo occasionalmente.

LEGGI ANCHE I segreti del miglioramento continuo, 1ª puntata

Infatti, se analizziamo meglio la parola Kaizen, scopriamo che Kai non vuol dire solo «cambiare», ma «cambiare facendo uno sforzo». Zen, invece, vuol dire «buono» o «migliore», ma con una sfumatura di tranquillità. Sembrerebbe una contraddizione: ci si sforza in tranquillità? Il vero significato è un altro: l’impegno serve a rendere più serena la situazione. 

Come funziona? Si segue il ciclo Pdca, vale a dire Plan-do-check-act. Prima di proseguire ti svelo un’altra curiosità. Intorno agli anni ‘50, venne aggiunto un altro passaggio: osservare cosa non va. Quindi la sigla sarebbe dovuta diventare Opdca. Ma se facciamo rientrare la fase dell’osservazione in quella della pianificazione, allora la sigla resta Pdca.

Kaizen: il miglior processo di problem-solving

Il motivo per cui ti ho svelato quest’altra curiosità storica è per introdurti all’idea che il Kaizen è un processo di problem-solving. Ma prima di poterlo capire e poi risolvere, un problema va individuato. Anche questa potrebbe essere un’affermazione ovvia. Però prima di arrivare a questa conclusione ti faccio una domanda: quante volte, in azienda, hai individuato dei responsabili e non, invece, cosa non funzionava nel processo? Chi cerca responsabili, colpevolizza. Colpevolizzare non fa migliorare. Può dare una certa sensazione di controllo dovuta alla paura, ma nulla di più.

Il metodo Toyota

Su questo si basa uno dei princìpi alla base del metodo Toyota, l’azienda giapponese che meglio applica il Kaizen.

Secondo questo principio bisogna creare un flusso continuo di processo per far affiorare i problemi in superficie. Fatto ciò si riprogettano i processi di lavoro in modo da ottenere un flusso continuo per ottenere il più alto valore aggiunto. Cosa fondamentale, questo flusso deve essere messo in evidenza in tutta la cultura aziendale. Quindi le persone c’entrano, ma soltanto in ottica di sviluppo.

Se stai cercando qualcosa per la tua azienda, questa sensazione ti sta dicendo che cerchi un cambiamento. Non aspettare, il cambiamento deve partire da te e dai tuoi processi interni.

Il metodo Dimitto

Ritornerò sul Kaizen. L’estate è un po’ come la fine dell’anno. Si tirano le somme e si pianifica il futuro. Il metodo Pdca è un aiuto formidabile. Non si cambia mai da soli, se hai bisogno chiama. Sarò lieto di spiegarti come le certificazioni possono aiutarti a migliorare ogni giorno.

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Nunzio Morrone

Fonda Dimitto nel 2006, crede che le certificazioni siano lo strumento per ridurre sprechi e creare progresso. Quando non lavora ama farsi spiegare dai figli come utilizzare al meglio lo smartphone.

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