
Partendo dall’idea di miglioramento continuo, ecco come la norma ISO può aiutarti condurre il tuo gioco infinito.
«Se avessi dato retta a mia moglie, avrei fatto l’impiegato dell’azienda tranviaria». «Non lo dire a me, se avessi ascoltato mio fratello non avrei mai realizzato la calcolatrice più veloce del mondo». Enzo Ferrari e Adriano Olivetti si raccontano mentre un forte odore di bruciato ferma la conversazione. Le fiamme hanno distrutto un reparto di Safilo. «Si chiama Fenice. Abbiamo scelto questo nome perché – dopo un incendio – è rinato dalle sue ceneri», dice Stefano Tomeo direttore dell’azienda che produce occhiali. «Ed ora si avvia ad essere certificato ISO 50001», la norma sui Sistemi di gestione dell’energia.
Alla fine, il successo di ogni impresa, si basa sempre sull’energia messa in campo. Anzi, sulla sua gestione. Lo dice anche lo spot di Enel: «Qual è la tua energia? È la conoscenza o la tecnologia? È l’energia dell’amore? È l’energia che ci fa andare lontano o quella che ci fa andare veloce? Qualunque essa sia, credi nella tua energia».
Ma la norma ISO 50001 parla proprio di questo? Non è solo una fredda norma tecnica? Un insieme di articoli messi in fila da burocrati che non si sporcano le mani? E cosa c’entrano Ferrari, Olivetti e Safilo?
La norma è sicuramente uno strumento tecnico, ma guarda al futuro. E come tutte le cose che guardano al futuro, non è solo un insieme di regole fine a se stesse. Si tratta di regole che, usando le parole della norma ISO, «comportano cambiamenti culturali all’interno di un’organizzazione».
Cambiare per vincere
Cambiare ti fa paura? Forse dovresti avere più paura nel lasciare le cose come stanno. Secondo uno studio della Business School di Harvard, le imprese ad alta sostenibilità «sovra-performano». Hai letto bene, «sovra-performano». I ricercatori hanno confrontato un campione di 180 aziende: 90 «ad alta sostenibilità» cioè con percorsi di responsabilità sociale, e 90 «a bassa sostenibilità». Dopo diciotto anni di studio, è stato dimostrato che le imprese ad alta sostenibilità «sovra-performano» sia dal punto di vista dei risultati contabili e sia dal punto di vista dei risultati in borsa. Questo studio è del 2014 e puoi trovarlo qui.
Ma se ancora non sei convinto, alla stessa conclusione è giunto uno studio del 2018, lo puoi trovare cliccando qui.
Però ti devo mettere in guardia: proprio perché applicare un qualsiasi schema relativo alla gestione dell’energia (o dell’ambiente) «comporta cambiamenti culturali all’interno dell’azienda», i risultati cominciano a vedersi nel lungo periodo. Perché, come dice sempre la fredda norma, l’obiettivo è «migliorare continuamente». È un gioco infinito. E come tutti i giochi infiniti, la vittoria consiste nel perpetuare il gioco. Immagino che la tua azienda – come tutte le aziende cazzut – abbia questo orizzonte. E immagino anche che tu abbia capito che di freddo, le norme, hanno ben poco.
L’approccio alla prestazione energetica
«Il presente documento – recita la norma – fornisce i requisiti per un processo sistematico, basato sui dati e sui fatti, focalizzato sul miglioramento continuo della prestazione energetica». A cosa si rifà il miglioramento continuo? Al Plan-do-check-act, il famoso ciclo di Deming. C’è da riflettere se Safilo, dopo un incendio che ha devastato un intero reparto (reparto che non ha eguali nel suo settore), abbia deciso di certificarsi anche per la ISO 50001. È un discorso di prestazione energetica che va oltre la singola certificazione.
«È l’energia di mia moglie», dice Ferrari: «Anche se nell’asprezza dei modi talvolta abbiamo ravvisato la necessità di dividere le nostre strade. Ma l’amore per l’automobile e il sentimento che ci aveva fatto incontrare ci hanno mantenuto uniti e aiutato a superare tutte le avversità della vita. Non ho mai detto che, per pagare i miei operai, mia moglie una volta corse a impegnare la borsetta d’oro che era stata il regalo di nozze cumulativo dei suoi numerosi parenti. Anche questo, di lei, non l’ho mai dimenticato».
«E cosa dovrei dire io», risponde Olivetti. Rientro in fabbrica e «la produzione è dimezzata, l’esportazione anche. E la produzione di macchine da calcolo è mediocre». Di energia ce ne è davvero poca. E come se non bastasse, «decido di lasciare la fabbrica per le mie attività politiche e culturali».
L’energia sarà stata anche poca, ma non si è mai spenta, alimentando quel desiderio di gioco infinito che porta Olivetti a riprendere le redini dell’impresa. E così, dopo soli due anni, pur tra mille difficoltà, ecco che nel 1948 entra in produzione la Divisumma, «la più veloce del mondo nella moltiplicazione (risparmio del 35% sul tempo medio)».
A ben guardare ciò che ha guidato questi grandi, è stato un continuo desiderio di miglioramento continuo unito alla chiarezza di un’idea: «Perché facciamo questo»?
Cosa puoi fare oggi
Innanzitutto puoi fare la conta dei costi dovuti al tuo sistema energetico.Dopo puoi valutare cosa, risparmiando da questi costi, puoi investire. E in genere si può investire davvero tanto. Ti metto in guardia una seconda volta: non pensare che per risparmiare basti non sostituire pezzi vecchi o non comprare ciò che ti serve. Perché se fai questo, risparmi sì qualche spicciolo, ma ti perdi la parte più importante, quella del miglioramento continuo. E poi CHIAMAMI. Parleremo della nostra energia e di come questa può assicurarci un successo durevole, a ridurre gli sprechi e a creare progresso.
Ps. Enzo Ferrari ed Adriano Olivetti non hanno mai dialogato, ma le cose che hai letto le hanno dette davvero. Puoi trovarle in Le mie gioie terribili (Mondadori) e Adriano Olivetti, la biografia (Edizioni di Comunità). Sono stati dei grandi imprenditori e anche se ai loro tempi non esistevano le norme ISO, riuscivano già a coglierne il senso profondo. Giocavano già allora il loro gioco infinito. Ed è per questo che sono passati alla storia.