
Le certificazioni FPC aiutano le aziende a gestire la produzione dei materiali da costruzione. Questo comporta risparmio, guadagno e qualità.
Come fanno a non accorgersene? Come fanno a non capire che non basta un bollino a garantire i risultati? Sono domande a cui penso spesso perché in ballo c’è il nostro futuro. In ballo c’è la sicurezza delle persone, ma anche i nostri guadagni e, quindi, i nostri destini. E invece ci sono persone che si concentrano solo sui bollini come se non ci fosse un domani.
Scusa lo sfogo. Sono entrato a bomba sull’argomento senza alcuna introduzione. Ora ti dico perché: Genova. Ponte Morandi. Lunedì è cominciata la demolizione delle prime case. Il crollo del ponte, il 14 agosto del 2018, ha scoperchiato molti dei problemi relativi alle strutture in calcestruzzo.
La questione non riguarda soltanto il ponte Morandi. In italia sono tanti i cavalcavia (e non solo) su cui gravano numerosi problemi. Senza andare molto indietro nel tempo, il primo giugno i vigili del fuoco sono intervenuti a Grosseto a causa del distacco di alcuni calcinacci dal ponte che passa sulla Istia-Ponte. Il 30 maggio è accaduta la stessa cosa a Balanzano, in Umbria.
Tanti episodi in così poco tempo mi hanno allarmato e per questo ho fatto diverse ricerche. Le ho confrontate col mio (nostro) lavoro e con i criteri che guidano le certificazioni Fpc.
Tra i tanti articoli ho trovato quello di un ingegnere, Andrea Dari, che sulla sua rivista, Ingenio, scrive: «Possiamo rendere il BIM (Building Information Modeling) obbligatorio anche per le cucce dei cani ma se non abbiamo carpentieri, ferraioli, muratori di adeguata competenza non avremo mai un’opera di qualità».
L’articolo è ben strutturato, ricco di dati e informazioni tecniche, ma il succo è questo: «Dobbiamo cambiare atteggiamento».
La nostra vocazione è fare la differenza
Sarò molto esplicito: vuoi guadagnare? Vuoi far prosperare la tua azienda? Impara un metodo. Per offrire qualità scegli dei percorsi veri, non scorciatoie. Come fare? Ti dico la mia, sono certo di indicarti una strada concreta.
Prendo spunto da un pensiero di Seth Godin: «La nostra vocazione è fare la differenza. Una possibilità di migliorare le cose per coloro che ci proponiamo di servire». Capisci perché non ha senso pensare ai bollini? Perché il bollino, in sé, non produce nulla. Non risolve problemi e se non risolve problemi vuol dire che non avremo mai clienti fedeli. Non avere clienti fedeli vuol dire arrancare. E chi arranca sai cosa fa? Da la colpa agli altri, al contesto. Mai a se stesso. Anzi, tende ad autoassolversi quando prova a seguire scorciatoie per portare a casa la pagnotta.
«L’opportunità – prosegue Godin – è che ognuno di noi scelga un percorso e lo segua, non per il proprio beneficio, ma a causa di ciò che può produrre per gli altri». Probabilmente ora stai pensando: «Seee, ma tu vedi se io debbo lavorare per il beneficio degli altri invece che per il mio. Non siamo mica la Caritas, noi». Bene, ti confido un segreto: se vuoi guadagnare, se vuoi avere clienti fedeli, devi fare proprio così. Altrimenti, scusa, ma per quale motivo una persona dovrebbe darti dei soldi? Perché sostieni di essere il migliore o perché – col tuo lavoro – risolvi davvero i problemi delle persone?
Senza scomodare Godin, le certificazioni Fpc – ma il concetto vale per le certificazioni in genere – valutano proprio il percorso che l’azienda sta compiendo per offrire un servizio di qualità, per risolvere i problemi delle persone. Purtroppo, invece, sono in molti a vedere questi percorsi come una palla al piede e non come un momento di crescita. È un po’ come se io volessi gareggiare e vincere contro Usain Bolt,ma senza fare gli allenamenti che faceva il velocista giamaicano…
Che cosa puoi fare oggi
Puoi cominciare a lavorare per il cambiamento, proprio come Godin dice dei veri marketer, quelli la cui vocazione è fare la differenza. Se vuoi farla anche tu, CHIAMAMI. Troveremo insieme il percorso per far crescere la tua impresa. E se cresce la tua impresa, cresciamo insieme.