
Le certificazioni aiutano a conoscere nel profondo tutti i pilastri di una impresa, quindi consentono di entrare in ciascuno di essi per migliorarli di continuo.
Come si migliora?
Si può fare in diversi modi. C’è chi predilige solo la velocità delle azioni da svolgere, alcuni puntano tutto sulla tecnologia, altri ancora sul mero comando.
Per migliorare, invece, bisogna agire contemporaneamente su diversi pilastri:
- Leadership
- Pianificazione
- Comunicazione
- Analisi del contesto
- Attività operative
- Valutazione delle prestazioni
Ecco, il compito di chi dirige è considerare tutte queste aree di intervento e farle convergere verso una direzione principale: il cliente e i suoi bisogni. Ma solo dopo aver hackerato gli attuali pilastri su cui si basa la vita della propria organizzazione.
I punti che ho elencato sopra riguardano tutti, ma vivono solo in base a caratteristiche uniche: le tue. E quelle del tuo cliente. I tuoi punti di forza non sono quelli dei tuoi competitor, così come i tuoi punti di debolezza, le tue idee, la tua cultura e i tuoi valori.
Prima di spiegare cos’è il miglioramento e perché dovremmo hackerare le nostre imprese, vediamo prima cosa non è il miglioramento.
Cosa non è il miglioramento continuo
Le scorciatoie non rientrano in un percorso in grado di far crescere un’impresa. Non mi riferisco alle occasioni da cogliere al volo o al cercare di lavorare più velocemente in determinati frangenti. Mi riferisco alle scorciatoie usate come metodo.
Ad esempio: è una scorciatoia dannosa non valorizzare i talenti dei propri dipendenti. Un’altra scorciatoia è usare metodicamente il comando a discapito della leadership. È una scorciatoia saltare i processi pensando di risparmiare tempo. Una scorciatoia è pensare alle certificazioni soltanto come pezzo di carta da presentare per un bando.
Il circolo virtuoso delle certificazioni
Entrare nel circolo virtuoso delle certificazioni, invece, vuol dire impegnare risorse, tempo ed energie per potenziare la nostra azienda. All’inizio può sembrare uno spreco, invece non lo è.
È una questione di stimolazione. Stimolando si migliora. Se non stimoli l’analisi del contesto, utilizzando anche immaginazione e curiosità sugli scenari futuri, l’analisi avrà solo il valore di un compitino.
Se non stimoli i veri talenti delle persone che lavorano con te, non le farai mai crescere. Quindi non crescerà nemmeno la tua impresa.
Prima ho usato la parola immaginazione. Immaginare non vuol dire avere la testa tra le nuvole, vuol dire fare ipotesi su dati concreti, su ricerche di mercato. Ad esempio, quelle condotte sulle aziende che adottano uno o più sistemi di gestione, dimostrano come queste siano sempre più performanti.
Ed allora, come si fa a stimolare il proprio sistema di gestione? Con la conoscenza. Da cosa dipende la conoscenza? Dal lavoro che si fa su stessi. Più si conosce e più si può modificare dall’interno la propria azienda potenziandola sempre di più.
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