
Prima di essere una questione tecnologica, il cambiamento riguarda gli stili di leadership e le certificazioni aziendali.
Pensare diversamente non è solo uno slogan, è una necessità. Il motivo è reale: il mondo è cambiato e continuerà a farlo, per cui allinearsi a un certo modo di pensare l’impresa è dannoso. Ne ho parlato nel primo articolo dedicato alla trasformazione d’impresa.
Pensare in modo diverso è la chiave per accedere al miglioramento continuo e al cambiamento. Miglioramento + cambiamento= trasformazione.
La trasformazione non è più rinviabile. Non ci si trasforma dall’oggi al domani, serve tempo e per questo è importante cominciare subito. Gestire la trasformazione aziendale consente di cavalcare l’onda del cambiamento dei mercati. Ma come si gestisce la trasformazione aziendale? Con le certificazioni. Certo, possono esistere altri metodi o approcci, ma posso garantirti che il metodo delle certificazioni funziona.
Perché le certificazioni non funzionano
Le certificazioni non servono a nulla solo in due casi. Il primo: quando pensi che funzionano come una bacchetta magica. No, non basta certificarsi per far crescere la tua azienda. In alcuni casi il certificato può essere solo un aspetto formale. Un po’ come chi supera gli esami imparando a memoria il programma e alla fine si ritrova col non sapere fare nulla.
Il secondo motivo: le certificazioni non funzionano se considerate come inutile burocrazia. Gli psicologi la chiamano profezia che si auto avvera o effetto pigmalione. È un po’ come se uno si castrasse con le proprie mani e poi dicesse: lo sapevo che non avrebbe funzionato.
Le certificazioni funzionano: ecco perché
Le certificazioni funzionano, invece, quando si ha una visione sistemica dell’azienda e delle certificazioni stesse. Per cui si ha la consapevolezza che alcuni problemi sono connessi ad altri e così anche alcune soluzioni sono connesse ad altre soluzioni.
Un problema (o soluzione) connesso ad altri è la leadership. La saggezza popolare ci insegna che «il pesce puzza dalla testa». Con la leadership funziona allo stesso modo. La leadership è un argomento centrale degli standard ISO. Però è più facile dire che si tratta di burocrazia invece di cominciare a pensare diversamente, innanzitutto dal nostro modo di vedere le cose.
La trasformazione dipende dalla leadership
Esistono diversi tipi di leadership. Oggi semplifico e considero quattro approcci. È una semplificazione che mi porta ad assimilare la figura del capo o del manager a quella del leader. No, non sono la stessa cosa. Ma al momento passiamoci sopra perché in questa sede mi interessa evidenziare l’approccio.
Frena la trasformazione chi vorrebbe fare affari così come ha sempre fatto. Chi gestisce le cose in questo modo ha i minuti contati. In un mondo trasformato, usare il paradigma di sempre non è una buona idea. In genere chi gestisce un’azienda solo in base al profitto e non, ad esempio, in base alla qualità, è propenso a non formare e a non coinvolgere i dipendenti. Se va bene, punta solo su aspetti meramente tecnici. Perché questo modello non può funzionare? Perché l’innovazione cresce molto più velocemente dell’azienda. Per cui senza formazione e coinvolgimento non c’è adattamento al contesto.
Il secondo approccio, invece, presagendo la possibile fine dell’azienda, mira ad accumulare ricchezza non per il futuro dell’azienda stessa, ma per sicurezze personali. Anche in questo caso viene fatta fuori la formazione e il coinvolgimento del personale.
Il terzo approccio auspica la fine della crisi e con essa il ritorno a vecchi modelli di business. Ma ormai siamo a un punto di non ritorno, per cui non possiamo far altro che pensare al futuro che verrà.
Il quarto approccio, invece, mira alla trasformazione profonda dell’azienda. Non intendo dire che dall’oggi al domani in azienda arriveranno costosi macchinari in grado di produrre ogni cosa. Trasformazione profonda si riferisce soprattutto all’approccio. Ecco perché il tema della leadership è fondamentale e non tutto può essere scaricato sulle spalle dei collaboratori.
Per cui, se possiedi un’azienda oppure sei il responsabile di un settore, chiediti: sono anche un leader? Poniti questa domanda anche se sei da solo: sono leader di me stesso? Per rispondere è bene sapere chi è un leader. Esistono diverse definizioni, ma il nocciolo della questione è questo. Come diceva Henry Kissinger «Il leader è qualcuno che conduce le persone dove non sarebbero mai riuscite ad arrivare da sole».
Prendiamo come esempio la norma ISO 14001. Al capitolo 5, leggiamo: «L’alta direzione deve dimostrare leadership e impegno nei riguardi dei sistemi di gestione ambientale:
- guidando e sostenendo le persone affinché contribuiscano all’efficacia del sistema di gestione;
- promuovendo il miglioramento continuo;
- fornendo sostegno agli altri pertinenti ruoli gestionali…
Formazione, miglioramento, coinvolgimento. Sono argomenti che si ripetono in ogni standard internazionale. E sono la chiave per far crescere le nostre imprese.