
È una contraddizione apparente, perché per migliorare la tua azienda è invece fondamentale gestirla. Ecco perché.
Controllo e gestione sono due cose diverse. Quando le confondiamo, rischiamo problemi seri. Non so se ci hai fatto caso, ma quando parliamo di certificazioni, parliamo di sistemi di gestione e non di sistemi di controllo.
La questione non è letterale, ma influisce sulle nostre vite. Non parlo solo di vita aziendale, mi riferisco anche alla vita quotidiana. Se consideri che la nostra quotidianità si riflette sulla vita aziendale, cioè sul modo in cui conduciamo un’impresa o lavoriamo in ufficio, capisci bene che se optiamo per la gestione invece che per il controllo, fa tutta la differenza di questo mondo.
L’efficacia di tutti i processi di miglioramento, dipende da questo momento iniziale: vogliamo controllare o gestire? Ti svelo già come finisce: se controlli, non migliori. Se gestisci, migliori, cambi e poni le basi per il futuro.
Vediamo perché.
Perché gestire non vuol dire controllare
La gestione presuppone la consapevolezza della propria identità, dei punti di forza e di quelli deboli, presuppone la consapevolezza del contesto. Avere un’idea granitica su tutti questi aspetti, non per forza vuol dire esserne consapevoli. Quante volte ci facciamo acciecare da idee sbagliate…
Quando si gestisce, quindi, si prende consapevolezza dell’azienda e si mettono in moto quei processi che consentono di cambiare, dove il verbo cambiare è sinonimo di miglioramento.
Il controllo, invece, produce inibizioni. Ad esempio, se ci siamo messi in testa che un aspetto non si deve toccare, allora non ci sono santi: guai se qualcuno prova a cambiarlo. Abbiamo sempre fatto così, e così sia. Oppure, se pensiamo che le certificazioni non servono a niente, faremo di tutto per controllare questa convinzione. Come? Mettendo in campo azioni e processi con l’obiettivo di controllare, di non provare alcun processo di miglioramento se non il nostro.
Noi esseri umani abbiamo una forte avversione alla perdita, soprattutto quando ciò che rischiamo di perdere è il nostro punto di vista. Il problema è che quando lo difendiamo a oltranza, perdiamo una cosa molto importante: lo scopo.
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Qual è il tuo scopo?
Per questo ti chiedo: qual è il tuo scopo? Far crescere e prosperare la tua impresa, oppure difendere un modo di pensare che, tra qualche tempo, ti porterà a dire: «È cambiata la vita, è cambiato il mondo e io stesso non credo più in quel che pensavo»?
Ti racconto un episodio, è tratto dal film Solo 2 ore con Bruce Willis, poi rispondi alla domanda che ne segue:
Per strada non c’è nessuno, quando a un tratto incontri tre persone.
- 1) Una signora anziana, molto malata e bisognosa di essere accompagnata in ospedale.
- 2) Un tuo vecchio amico, il quale tempo fa ti ha anche salvato la vita.
- 3) Il tuo partner dei sogni, quello che attendi da sempre.
Puoi far salire a bordo solo una persona. Chi scegli?
Istintivamente verrebbe da scegliere la risposta n. 1, cioè la signora malata. Però anche l’amore della propria vita è una cosa a cui non si può rinunciare.
Del resto non possiamo nemmeno voltare le spalle a chi ci ha già salvato la vita.
Quindi, qual è la risposta giusta? In realtà non esiste.
Ciò che conta è la visione d’insieme, quella che verrebbe offuscata se ci concentrassimo soltanto sul nostro modo di vedere le cose.
Perché appena si allarga il punto di vista e ci si concentra sullo scopo, ecco che la soluzione arriva. Ed è questa: possiamo lasciare l’auto al nostro amico, in modo che sia lui ad accompagnare la signora in ospedale. Così facendo possiamo anche trascorrere del tempo con la persona della nostra vita. In un solo colpo, quindi, saremo stati in grado di gestire la situazione.
Cosa puoi fare oggi
Puoi cominciare a mettere in discussione la tua idea di controllo. Farlo da soli non è semplice, per questo ti dico, chiamami. Insieme sarà più semplice cominciare un percorso di gestione e di miglioramento continuo.