
La sicurezza delle informazioni comincia con il rispetto di piccole accortezze, ma che ancora stentano ad essere recepite.
Ne parlavamo la volta scorsa: è più pericoloso un hacker o un dipendente?
La risposta non era consolatoria. Sono pericolosi allo stesso modo.
Il motivo? La sicurezza delle informazioni non è avvertita come un problema all’interno delle aziende.
Sempre la volta scorsa ti avevo fatto una promessa, cioè ti avrei detto quali sono gli errori più frequenti. È una sorta di check list che puoi seguire in attesa di adottare misure più importanti.
Primo errore: mancanza di formazione
L’errore numero 1 è una conseguenza della mancanza di consapevolezza. Serve formazione, inutile girarci intorno. Sembra una cosa banale, ma considerando i dati che girano sugli attacchi informatici, tanto banale non è.
Evita le password semplici
Il secondo errore può sembrare ancora più banale. Sono tanti i dipendenti che usano password deboli come «1234», il nome del proprio animale domestico e così via.
Come risolvere questo problema? Scegliendo le cosiddette password forti e stabilendo una procedura aziendale in tema di creazione della password.
Non cliccare su quel link
In terza posizione abbiamo un problema più subdolo, parlo del phishing. È facile cliccare sul link o su un allegato contenuto in una mail che può sembrare verosimile. Quando non si fa davvero attenzione, quel click fatto in meno di un secondo apre la strada a malware in grado di entrare nella tua rete come farebbe un treno contro una parete di polistirolo.
I rischi dello smart working
Occhio allo smart working. Ovviamente non è una critica al lavoro da casa, ma un avvertimento. Perché i device personali non hanno la stessa protezione di quelli aziendali. Quindi i primi possono fare da ponte verso questi ultimi. Come fare? Anche in questo caso servono procedure interne in grado di prevenire il problema.
Attento alle chiavette Usb
Il quinto errore è di una leggerezza disarmante: usare la propria chiave usb per trasferire dati. Anche questo può fare da Cavallo di Troia per i criminali informatici.
Come puoi ben capire da questi esempi, per proteggere i dati aziendali, può bastare davvero poco. Non serve essere ingegneri informatici e non è necessario dotarsi di software costosi. È però fondamentale quel minimo di consapevolezza che permette di mitigare il rischio.
Detto questo, basta osservare questi suggerimenti per proteggere i propri dati? Ovviamente no. Questo è solo un inizio che però può salvarti da guai ben peggiori.
Il corso sulla nuova ISO27001:22
La protezione vera è una conseguenza del metodo. Come ti ho detto la volta scorsa, conoscere la nuova ISO27001:22 è fondamentale. È stata aggiornata per essere al passo col mondo che cambia.
Inoltre abbiamo preparato un corso di 8 ore qualificato Aicq Sicev. Lo trovi sulla nostra piattaforma Skilfultv.
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