
Più di 100mila aziende sono certificate ISO 9001. Circa 22mila ISO 14001. Una forza positiva per il Paese. Ecco perché.
«Non ci vuole niente a distruggere la bellezza». Pensavo a questa frase di continuo. È del film I 100 passi e io mi trovavo a 8mila metri d’altezza. Avevo da poco lasciato Basilea, la città che ospita la sede svizzera di Dimitto. Guardavo fuori dal finestrino. Il paesaggio parlava. Pur non riuscendo a dare una definizione di bellezza, capivo che quel paesaggio era bello. Era la sintesi di un messaggio più grande: quando uomo e natura collaborano, creano bellezza. Quindi, sviluppo.
Quando non guardavo fuori dall’Airbus, leggevo. Avevo tra le mani un report di Accredia. «A giugno 2018 – secondo il documento – i 95 organismi accreditati per la certificazione dei sistemi di gestione per qualità (ISO 9001) avevano certificato circa 122mila siti aziendali, mentre i 40 organismi competenti per l’accreditamento dei sistemi di gestione ambientale (ISO 14001) ne avevano certificati meno di 22mila». Così come il paesaggio cambiava fuori dal finestrino, allo stesso modo, da quei fogli, vedevo cambiare anche il paesaggio aziendale italiano. In un paese come l’Italia, in cui la cultura imprenditoriale ha seri limiti, migliaia di imprenditori hanno invece deciso di migliorare. Anche questo è paesaggio. E le certificazioni sono la strada per raggiungerlo.
Costruttori di sogni
Pensaci bene, il paesaggio non è solo quello che hai visto questa estate al mare o in montagna. Il paesaggio è anche quello che noi imprenditori costruiamo (o distruggiamo), ogni giorno. Lo sguardo miope di molti, porta a vedere l’azienda solo come qualcosa che ha a che fare col fatturato. Le aziende, invece, sono imprese, cioè hanno azioni importanti da realizzare. Le imprese sono corpi intermedi della società. Le imprese creano storie, realizzano aspirazioni e progetti. Le imprese custodiscono e realizzano sogni.
Secondo Philip Kotler, anche chi fa marketing commette peccati. Sono dieci, come i comandamenti. E i primi due peccati hanno a che fare con la mancanza di attenzione nei confronti dei clienti. Il documento di Accredia continua così: «La nuova ISO 9001:2015, dando particolare risalto al cliente-impresa si muove in una direzione di business, cercando di soddisfare le esigenze della clientela e sforzandosi di superarne le aspettative. Viene così assolto il compito, necessario, di far percepire alle imprese, anche quelle di ridotte dimensioni, che la certificazione è un valore, uno strumento strategico capace di dare un contributo importante al miglioramento dell’efficienza aziendale».
Dal contesto allo sviluppo
E poi c’è il contesto. In questa sede considero il suo significato più ampio, non quello meramente tecnico. Lo lego un’altra volta al paesaggio e al fatto che la ISO 14001 è relativa alla gestione dei sistemi ambientali. Che cos’è l’ambiente se non un paesaggio? E il paesaggio è design. Anche questo ha a che fare con le imprese. Perché attenzione ai clienti e alla bellezza sono gli elementi fondamentali dei grandi imprenditori. Prendiamo come esempio Steve Jobs. Oppure Adriano Olivetti. Ecco cosa diceva ai lavoratori: «(…) In questa fabbrica meridionale rispettando, nei limiti delle nostre forze, la natura e la bellezza, abbiamo voluto rispettare l’uomo che doveva, entrando qui, trovare per lunghi anni tra queste pareti e queste finestre, tra questi scorci visivi, un qualcosa che avrebbe pesato, pur senza avvertirlo, sul suo animo. Perché lavorando ogni giorno tra le pareti della fabbrica e le macchine e i banchi e gli altri uomini per produrre qualcosa che vediamo correre nelle vie del mondo e ritornano a noi in salari che sono poi pane, vino e casa…».
Cosa puoi fare oggi
Puoi partecipare al cambiamento del paesaggio aziendale italiano. Il tuo paesaggio. Perché «non ci vuole niente a distruggere la bellezza», diceva Peppino Impastato nel film I 100 passi. «In fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere. Fanno ‘ste case schifose con le finestre di alluminio, senza intonaco, i muri di mattoni vivi (…) e, dopo, tutto fa parte del paesaggio. C’è, esiste, nessuno si ricorda più com’era prima. Non ci vuole nulla a distruggere la bellezza». Parafrasando potremmo dire che ci sono imprenditori che non curano la sicurezza dei dipendenti, non sono attenti all’ambiente «e dopo un po’ nessuno si ricorda più com’era prima». Io, invece, voglio che il paesaggio che costruiamo sia la nostra memoria. CHIAMAMI. Studieremo insieme il percorso che porta alla bellezza della tua azienda.