
Molte imprese non crescono perché sono strette da lacci e lacciuoli soffocanti. Ma le certificazioni possono aiutare a superare questa fase di stallo. Ecco come.
Siamo sotto dittatura. Ed io, invece, voglio essere libero. Penso che anche tu voglia la stessa cosa. Siamo sotto dittatura e questo non permette alla nostra impresa di crescere e di creare sviluppo. Siamo tutti fermi al palo e bisogna fare qualcosa al più presto. Ormai abbiamo poco tempo. O ci diamo da fare o non so dove andremo a finire.
Se la pensi anche tu come la penso io, allora continua a leggere. Insieme possiamo fare qualcosa per liberarci da questo regime che ci opprime. La prima cosa che dobbiamo fare è chiederci: chi è il dittatore? Io me lo sono chiesto. Te lo sei chiesto anche tu: che risposta ti sei dato? La mia risposta è questa: il regime in cui viviamo è quello delle nostre abitudini. Molte delle scelte che compiamo quotidianamente non dipendono da riflessioni consapevoli, bensì da abitudini. Quindi, se vogliamo combattere contro le “dittature” esterne alla nostra impresa come la burocrazia, il Fisco iniquo, uno Stato inefficiente, dobbiamo prima riconoscere quali sono le nostre abitudini sbagliate. Sì, se la nostra impresa arranca, se non c’è un buon dialogo tra i dipendenti e tra te e loro, se ogni giorno perdi molti soldi a causa di una macchinosa gestione delle tue risorse, è molto probabile che questo dipende da abitudini sbagliate e da un certo modo di vedere la realtà.
Lo so, sentirsi dire certe cose destabilizza. Forse ti starai dicendo: «Ma come ti permetti? Non puoi nemmeno immaginare tutte le difficoltà e le beghe che ogni giorno sono costretto ad affrontare per stare a galla». Lo so, ne sono convinto. Perché sono le stesse difficoltà che affronto anche io. Ma lavorando su me stesso ho capito quanto le nostre abitudini possano essere dannose. Lo confermano anche i clienti che vedo tutti i giorni: «Prima di certificarci non avevamo un vero metodo di gestione delle risorse. Seguendo l’iter previsto dalle certificazioni e i consigli degli auditor Dimitto, è cambiato anche il nostro modo di lavorare. È cambiato in meglio».
Rompere certe abitudini lavorative
Poco tempo fa, Marinica Leone, responsabile acquisti e qualità di Escaffé, azienda di Oppido Lucano (Potenza) e cliente Dimitto, mi ha confessato: «Mio padre, venendomi a trovare in azienda, mi ha chiesto cosa fosse una certificazione. Eravamo in fase di audit. Gli ho risposto: “Una certificazione crea i presupposti affinché Escaffé esista anche domani”». Ho citato Marinica, ma potrei parlarti di tanti altri colleghi imprenditori. Alla fine il succo è sempre lo stesso. Ognuno possedeva una propria abitudine lavorativa. E credeva di lavorare al meglio perché, comunque, stava dando il massimo. Ma meglio e massimo non sempre camminano insieme. Ciò che li ha fatti migliorare (e che fa migliorare anche me), è stata una relazione, un confronto schietto. L’ho detto altre volte: spesso pensiamo che comunicare voglia dire informare. Un po’ come avviene quando si danno degli ordini: «Fai così. Punto». In alcuni casi bisogna fare così. Ma quando si vuole crescere, bisogna imparare a relazionarsi, quindi bisogna imparare a generare fiducia.
Non è filantropia fine a se stessa. Sono certo che anche tu lavori meglio quando ti fidi dei tuoi collaboratori e loro si fidando di te. Anche tu lavori meglio quando i tuoi interlocutori istituzionali si fidano di te. E come fanno a fidarsi? Se nel frattempo hai saputo lavorare bene e hai saputo comunicare.
Il ruolo delle certificazioni
Diamine! Davvero le certificazioni aiutano a raggiungere certi risultati? Sì, davvero. Lo confermano i tanti imprenditori che non vivono le certificazioni solo come un adempimento burocratico e lo confermano i dati. Così un articolo dell’Ansa: «Le imprese, soprattutto nel settore tessile e nell’abbigliamento, in possesso della certificazione accreditata per accedere al mercato globale, “aumentano la loro produttività di un ulteriore 30-60%”». Hai detto niente.
Ma perché le certificazioni riescono a far raggiungere certi obiettivi? Perché rompono i nostri schemi mentali e ci fanno concentrare su ciò che davvero conta. Ci aiutano a ridurre gli sprechi, aiutano a migliorare la comunicazione interna, elevano gli standard di sicurezza (quindi, oltre a salvare vite umane, si riducono tutti i costi annessi) e aiutano, soprattutto, a mettere il cliente al centro. Ma non a parole.
Cosa puoi fare oggi
Puoi scegliere di crescere. Oppure di continuare come hai sempre fatto. Qualunque sia la tua scelta, CHIAMAMI. Nel primo caso studieremo insieme il percorso che porta al progresso. Nel secondo caso, invece, possiamo instaurare una relazione basata sulla fiducia reciproca. L’ascolto è il primo passo verso lo sviluppo.