
È uscito il primo report delle B Corporation italiane. Sono aziende in crescita e con l’obiettivo di creare benessere condiviso.
Costruttori di sogni. Le aziende B Corp, così come le Società Benefit, costruiscono sogni, quindi la realtà. Non è una contraddizione, tra poco capirai cosa voglio dire.
I sogni sono totalizzanti, nel senso che hanno a che fare sia con la nostra interiorità e sia con la nostra capacità di leggere le possibilità del reale.
Sono troppo filosofico? È probabile. Ma è certo che quella che ho appena descritto è una caratteristica tipica di noi esseri umani. Quindi le imprese che lavorano per la sostenibilità, sono anche costruttrici dell’umano.
Perché uso il verbo costruire? Perché non è un’attività semplice. Richiede molta energia, pensiero, progetto, visione e poi tanto, tanto lavoro. Ma è comunque un’attività possibile. L’ultimo report sulle B Corp italiane lo conferma.
Cambiare il mondo è un’impresa. Possibile.
Di questo documento mi hanno colpito due frasi. La prima è l’incipit, cioè la parte che anticipa lo sviluppo del contenuto: «Cambiare il mondo è un’impresa, possibile». Cambiare il mondo è il sogno di molti e il report riesce ad afferrarlo unendolo alla capacità di leggere il reale. Quindi ritorniamo a quell’esperienza totale di cui parlavo all’inizio: fare in modo che l’aspetto interiore di ognuno non resti mera fantasia, ma trovi uno sviluppo concreto e possibile.
La seconda frase è questa: «Le B Corp immaginano un futuro in cui tutte le aziende competano per essere non solo le migliori al mondo, ma le migliori per il mondo». Le migliori per il mondo, bisogna ripeterlo.
Ecco, un esercizio che ogni impresa dovrebbe fare: scrivere tante volte, su una pagina di quaderno, «l’azienda migliore per il mondo». E poi chiedersi: «Sto lavorando per raggiungere questo obiettivo?».
Il vero capitalista cerca il progresso sociale e sostenibile
Stefano Zamagni, tra i maggiori esperti di economia sociale, nel rispondere a un’intervista pubblicata su Buone Notizie del Corsera, dice: «Quello delle B Corp non è un fuoco di paglia, perché il capitalismo alla Friedman non ha mantenuto ciò che aveva promesso, cioè la possibilità per chiunque di salire nella scala sociale. L’ha detto anche Larry Fink, alla testa del più grande fondo d’investimento del mondo, spiegando perché d’ora in poi investirà solo nella transizione: non perché io sia un ecologista ma perché sono un vero capitalista che crede nel progresso e oggi il progresso da costruire è quello sociale e sostenibile. La community delle B Corp è l’embrione di questa evoluzione endogena».
Certificazioni e benessere
Dimitto non è ancora una B Corp, ma sente forte l’appartenenza a questo modo di concepire il progresso. È un tema che affrontiamo da anni, ben prima che cominciassimo il cammino verso la certificazione. È un tema che ho affrontato in ogni sacrosanto Pensamento del giovedì. Di tutti questi articoli ne ricordo uno, Certificazioni e benessere: la via per il fatturato, l’ho scritto alla fine di gennaio del 2019. Non posso citare tutto quello che scrissi, allungherei troppo, ma posso dirti che questa frase sta accompagnando la vita dell’azienda che dirigo:
«Secondo Pavan Suckhdev, economista ambientale indiano: “Il mondo cambierà solo quando le aziende smetteranno di iscrivere a bilancio solo le cose che interessano ai loro azionisti e cominceranno a includere anche le cosiddette esternalità, cioè l’impatto che la loro attività genera sul mondo interno”».
Generare impatto sul mondo. Ne sento tutto il peso e l’emozione. Se anche tu provi la stessa cosa chiamami. Affrontare tutto ciò insieme a qualcuno, genera l’impatto migliore.