
Puntare solo su scelte a breve termine non basta. Il mercato premia le imprese che generano prosperità.
«Progettare il futuro». Per alcuni è impossibile, per altri si può fare. Per i primi conta un aspetto: prendere tutto e subito, perché di domani non c’è certezza. Per i secondi conta una cosa diversa: nonostante ci siano aspetti che sfuggono al controllo, siamo noi a costruire il destino.
«Progettare il futuro». Ne parlo da un po’, chi mi segue lo sa. Ne parlo perché ci credo. Pochi giorni fa ho letto un pezzo del Corriere che parla proprio di questo. Il titolo è: Imprenditori progettisti del futuro. La carica delle B Corp. Poi, a poche righe dall’inizio, si legge: «Il business per se stesso non basta più. Gli imprenditori diventano dunque “progettisti di futuro”, definizione cara a Eric Ezechieli e Paolo Di Cesare, co-fondatori di Nativa, Regenerative design company».
E a chi ancora pensa che del domani non c’è certezza e, per questo, bisogna prendere tutto e subito, rispondo con un altro passaggio del pezzo del Corsera: «Ormai sta cambiando in modo evidente l’orientamento degli operatori finanziari, dei fondi di investimento. Non si guarda più alla scelta sul breve termine, ma si valuta la prospettiva più lunga, per capire come una attività economica possa dare un contributo per far sì che consumare non sia sinonimo di distruggere e per generare una prosperità inclusiva e di tutti».
Quando il business dice «Noi»
«Tutti». Non è solo una parola. È una parola viva, perché contiene Noi. Il nostro destino, di imprese e di comunità.
Eppure mi rendo conto che la parola Noi non sempre attrae. Perché non la si collega subito alla parola profitto. La parola Noi non risolve problemi. Non è un argomento da consumare subito, quando serve.
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La parola Noi non risolve problemi, ma solo in apparenza. Perché la prima percezione che si ha è che di problemi ne crea tanti. Il primo? Come faccio a guadagnare di più senza considerare gli altri? E per guadagno non mi riferisco solo all’aspetto economico. Pensa a quando qualcuno ti rifila informazioni parziali solo per metterti in difficoltà, così da mettersi lui/lei in buona luce con gli altri.
La parola Noi non potrebbe esistere se non fosse costituita da un altro elemento: la responsabilità. Noi non vuol dire «volemose bbene», ma esige che ognuno faccia la propria parte per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
La forza di una scelta giusta
La parola Noi non da subito risposte, ma porta a fare domande. Chi è abituato a farsi domande sa bene come queste aiutano a risolvere i problemi meglio ancora delle risposte.
Ne ho parlato nel Pensamento Dalle giuste domande nasce la sostenibilità. Ti riporto qui un passaggio: «Il progresso comincia dalle domande. Il primo passo per mettersi in gioco è cambiare prospettiva. Non si parte dalle risposte. Perché dietro ogni innovazione, c’è una domanda migliore».
A proposito di guadagno e di business, di rapporti umani e di futuro, sempre dal Corriere: «In Italia durante il 2020 due terzi di B Corp hanno visto crescere il loro fatturato e più di metà ha assunto nuovi dipendenti». Hai ancora la percezione che puntare sul Noi non sia conveniente?