
Le certificazioni sono validi strumenti per prepararsi al futuro. La quarta Rivoluzione industriale è alle porte: agli imprenditori il compito di creare innovazione e lavoro.
Il grande capannone tecnologico era l’unico della zona. Lo chiamavano Star Trek o Arma letale. La scelta del nome dipendeva se a colpire l’immaginazione dei visitatori fosse più l’aspetto futuristico o l’avere fama di mietitore di posti di lavoro. Bello, imponente, silenzioso, ecologico, autosufficiente, capace di adattarsi ad ogni cambiamento. Senza lavoratori al suo interno. E tutto intorno? Un paesaggio da far west postmoderno, disegnato da capannoni abbandonati, cancelli divelti e tanto, tanto grigiume. E gli uomini? Non li vedevi. Non aveva senso andare in quell’area industriale dismessa, a meno che non fosse necessario un luogo lontano da occhi indiscreti.
Quando leggo le previsioni sul futuro del lavoro, immagino scenari del genere, a metà tra film come Mad Max e libri come Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Ho una fervida immaginazione e nessuno può prevedere il futuro in modo così accurato. Ma se mettiamo da parte la mia fantasia e le opere distopiche, molte cose del futuro le sappiamo già. E una di queste è che presto scoppierà una rivoluzione: la quarta Rivoluzione industriale. Rispetto a quelle che l’hanno preceduta ha una caratteristica: di lei sappiamo molto già ora. Quindi, possiamo prepararci. Il detto dice: «Uomo avvisato, mezzo salvato». Le rivoluzioni si affrontano armi in pugno e un’arma potente per noi imprenditori sono le certificazioni. Sono armi da maneggiare con cura. Non basta possederle per considerarsi salvi. È necessario conoscerle e applicarle in ottica strategica. Vediamo come.
Il futuro non è la proiezione del passato
La quarta Rivoluzione industriale è una rivoluzione digitale. Non vuol dire che le aziende possono postare su Facebook qualche foto allo stesso modo di come lo facciamo durante una gita. Il digitale cambierà il paradigma aziendale, cambierà l’economia e con essa tutto ciò che ne dipende, anche i paesaggi. In realtà stiamo già vivendo queste trasformazioni. Ma c’è chi si sta adeguando e chi, invece, attende che prima o poi la crisi finisca per riprendere a fare ciò che ha sempre fatto. No, il futuro non sarà una proiezione del passato. L’esperienza avrà un ruolo meno importante rispetto a prima perché tutti affronteremo (e lo stiamo già facendo) situazioni nuove, più complesse. Con gli strumenti adatti potremo trovare equilibrio tra opportunità e problemi legati al futuro, altrimenti il rischio di soccombere sarà altissimo perché il contesto cambierà di continuo. In tal senso, la norma ISO 9001:2015 (così come le altre certificazioni, è bene ribadirlo) aiuta a fare un’analisi del contesto. Anzi, dei contesti: interno, esterno ed organizzativo.
Faccio un esempio. Se dico Canon, cosa ti viene in mente? Io penso subito ai fotografi assiepati a fondo campo. Oppure ai turisti pronti ad immortalare i loro viaggi. Insomma, se dico Canon, dico fotografia. Eppure – la notizia è di pochi giorni fa – la casa giapponese ha pensato di concentrarsi sulle soluzioni di imaging destinate alle grandi aziende e al settore della diagnostica medica. Perché? Perché il mercato sta cambiando. Nei prossimi due anni il mercato delle fotocamere digitali, mirrorless o reflex si dimezzerà.
Prepararsi a un mondo complesso
Un’altra certezza del futuro è che sarà complesso. Attenzione, complesso non vuol dire complicato. Complesso vuol dire che l’impresa vivrà grazie a molte connessioni. Molte connessioni che la porteranno ad essere più agile e più attenta alle esigenze dei clienti e non dei prodotti. Come ho già scritto, cambia il paradigma aziendale. Non è più possibile gestire l’azienda come si faceva fino a poco tempo fa. Ecco, gestire l’azienda usando paradigmi del passato, è complicato, difficile, perché l’azienda in sé può funzionare, ma non riuscirà ad adeguarsi ai cambiamenti. Cosa cambierà? Tutto. Cambiano i comportamenti dei clienti, cambia la concezione del lavoro sempre più orientata allo smartworking, cambia la gestione dei dati e quindi la gestione della sicurezza. Ma davvero stai ancora pensando che certificarsi ISO 9001 ti possa servire solo per avere uno sgravio fiscale o per partecipare a un bando? Se così fosse vorrei destarti usando una frase che mi ha molto colpito: «Ci scusiamo per l’inconveniente, ma questa è una rivoluzione», così diceva il subcomandante Marcos. A proposito di rivoluzioni: tutte hanno a che fare con le paure primarie dell’Uomo. La quarta Rivoluzione industriale, da questo punto di vista, non sarà diversa dalle altre.
Faccio un esempio: in futuro non smetteremo certo di aver paura, ma questa emozione la proveremo per motivi diversi che in passato. Un tempo avevamo paure delle belve mentre oggi, ad esempio, abbiamo paura che qualcuno ci rubi i dati personali. La sfida di chi vuol fare impresa, quindi, sarà sempre quella di rispondere ai bisogni delle persone, ma avendo contezza che a cambiare saranno le forme, i modi e le tecnologie. E queste cambieranno sempre più velocemente. Insomma, dovremmo prepararci anche a una sorta di reingegnerizzazione dell’esperienza.
Cosa puoi fare oggi?
Puoi pensare al futuro con consapevolezza. Non siamo chiamati ad aspettare la fine della crisi, ma a creare innovazione. Che non vuol dire realizzare un prodotto nuovo, ma integrare diverse tecnologie, raccogliere e interpretare dati, fare interagire uomini e macchine. Quindi, se anche tu come me hai a cuore il futuro, CHIAMAMI. Assieme ci prepareremo per la quarta Rivoluzione industriale.