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Affrontare la crisi con la strategia del silenzio

26 Novembre 2020

Le difficoltà si affrontano anche grazie agli strumenti, ma questi sono inutili se prima non si risponde a certe domande. Eccole.

Quando arriva una crisi è come navigare di notte: non si percepisce il limite tra cielo e mare. Sembra di perdersi nel buio. E se il mare si innervosisce, le cose si complicano perché reagisce come chi viene provocato. Cerca di riprendersi i suoi spazi. Chi naviga lo sa, lo sa anche chi fa impresa: affrontare il mare agitato, di notte, è come affrontare una crisi che arriva all’improvviso.

In questi casi solo due cose possono aiutare. L’intervento di una imponente nave di salvataggio, oppure il silenzio.

L’imponente nave di salvataggio sono eventuali sostegni dello Stato, una vincita alla lotteria o comunque aiuti che arrivano dall’esterno. Il silenzio è, invece, il miglioramento continuo unito all’analisi del contesto. Il silenzio aiuta a scegliere. Scegliere è connaturato al fare impresa, ma durante una crisi si sceglie ogni momento, o comunque si deve scegliere più in fretta. E come se non bastasse bisogna farlo con attenzione: una scelta che in condizioni normali non provocherebbe alcuna conseguenza, durante una tempesta può cambiare direzione al destino.

Ne ho parlato la volta scorsa, nei momenti di difficoltà siamo portati a non considerare aspetti come l’identità aziendale, i valori, la mission e la vision. E invece è la profonda conoscenza di questi aspetti che ci può aiutare a cambiare. Sì, cambiare. Perché le crisi questo provocano: cambiamento. 

Non si fa poesia, si agisce

Ed allora, vediamo come ascoltare il nostro silenzio per affrontare una crisi d’impresa. Ma prima un avvertimento: qui non si fa poesia, si agisce. Non farti confondere dalla metafora del mare e del silenzio. 

La prima cosa da fare è imparare ad ascoltare. Ogni crisi è un problema da risolvere, ma accanto a questo c’è la percezione che se ne ha. Per cui, prima di provare a risolvere il problema, fare chiarezza è fondamentale, sia per chi deve guidare l’impresa e sia per collaboratori e partners. Un conto è prepararsi – anche emotivamente – ad affrontare un’onda di 4 metri, un altro è percepire quell’onda alta 20 metri o viceversa. È un errore, quindi, concentrarsi solo sul problema o solo sulla sua percezione.

LEGGI ANCHE: «La forza sia con te» e il potere delle certificazioni aziendali

Niente filosofia, ma scelte strategiche

Chiarito questo punto, bisogna aspettare ancora. Lo so, vorresti agire, ma non è arrivato ancora il momento. Prima devi rispondere a una domanda. Secondo avvertimento: qui non si fa filosofia, ma strategia.

Prima di agire devi chiederti: chi sono? Rielaborare l’identità consente di rielaborare la funzione della tua impresa all’interno della crisi. Ovvio che se fino ad ora hai avuto una consapevolezza superficiale della tua azienda (esempio di consapevolezza superficiale: «La nostra azienda realizza prodotti di qualità». Esempio di identità che va un po’ più a fondo: «I nostri prodotti aiutano il mondo ad essere un luogo migliore»), avrai delle difficoltà in più nell’affrontare questo passaggio.

Una volta chiarito il «chi sono» o il «chi siamo», si analizzano i soggetti in gioco. Cioè chi e in che misura è chiamato a risolvere i problemi. Si tratta di soggetti sia interni all’azienda, ma anche esterni come ad esempio un consulente, un partner, una banca eccetera.

La strategia alla prova del tempo

Ogni crisi, così come ogni azione, si svolge nel tempo. Bisogna vincere una tentazione: non bisogna agire subito se prima non è stata fatta questa valutazione strategica: in che modo, la mia azione, influisce nel breve, nel medio e nel lungo termine? Spesso ci si concentra solo sul primo punto. In realtà prima di agire bisogna valutare ognuna di queste tre dimensioni temporali.

Ecco, una volta che ho affrontato questi punti (altro non sono che una sintesi dell’analisi del contesto e del ciclo del miglioramento continuo PDCA), posso agire di conseguenza.

Quale strada scegliere davanti a un bivio

Ed ora faccio un po’ di filosofia. Penso a Tiziano Terzani e a questa sua frase: «Dinanzi a un bivio di una strada che va in basso e una che va in alto, prendi sempre quella che va in alto, ti troverai sempre meglio». Ecco, questa non la trovi nei manuali di strategia o nei corsi di management, ma se consideri tutte le grandi imprese di successo, hanno vissuto questo pensiero (pur non sapendo che fosse di Terzani). Ed ecco perché sto insistendo molto su aspetti come identità aziendale, valori, mission e vision. Senza queste, ogni scelta strategica è razionale solo in apparenza. Mentre ogni scelta deve nascere anche dall’intuito e questo viene fuori dal profondo e non da una serie di regole all’apparenza rassicuranti. Come avrai notato, le crisi non si superano da soli. Si valutano le risorse interne e anche quelle esterne. Queste ultime possono essere di due tipi. Ci sono gli strumenti, come le certificazioni e poi ci sono le persone e le imprese. Se hai bisogno di aiuto, chiamami. Io e la mia impresa ti aiuteremo.

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Nunzio Morrone

Fonda Dimitto nel 2006, crede che le certificazioni siano lo strumento per ridurre sprechi e creare progresso. Quando non lavora ama farsi spiegare dai figli come utilizzare al meglio lo smartphone.

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